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A CIASCUNO IL PROPRIO MESTIERE

Contro la retorica imperante del politically correct, dobbiamo avere il coraggio di dire: “A ciascuno il proprio mestiere”!
Viviamo in un’epoca liquida direbbe Bauman, in cui i confini sono sempre più labili e pertanto confusi; in un’epoca iper-liberale in cui tutti possono fare tutto.
Eppure, se “tutto è lo stesso”, non c’è più nulla per cui valga la pena… studiare, impegnarsi, lottare, investire, credere.

Molti oggi confondono la passione per un argomento, per una materia, per una professione con la competenza, l’esperienza, la capacità necessarie per intraprenderla.
Leggere tutto Freud non fa di me una psicoanalista, così come studiare tutta l’opera di Platone non farà di voi dei filosofi.
Essere appassionati non significa essere competenti: se bastasse la passione per il cibo a fare di noi dei cuochi, oggi molti sarebbero chef stellati!!

Per esercitare una Professione, ed esercitarla con serietà e impegno e senso di responsabilità, occorre studiare, prepararsi e (non ultimo) fare molta esperienza sul campo. Per alcune Professioni il percorso è più facile, più lineare, più regolamentato (tutte quelle che hanno un Ordine Professionale, ad esempio), per molte altre – quelle libere  (formatori, consulenti, coach, counselor, mediatori familiari, ecc.) – è tutto così vago, così autocertificabile, che diventa più difficile orientarsi, soprattutto per i clienti.

Nell’ambito della formazione e della consulenza, ad esempio, c’è un mondo sempre più ampio e variegato di professionisti “ibridi”, talvolta “riciclati”, “ripensati”, “ricollocati”, che confonde più che spiegare.
Qualche tempo fa ho coniato un hashtag: #siamotuttiformatori, proprio per indicare questo fenomeno.

Qual è la differenza tra un esperto (vale lo stesso ragionamento per l’esperta) in processi formativi e in gestione del cambiamento e un docente tecnico? Di cosa si occupa il primo e di che cosa il secondo?
Il primo è un facilitatore dei processi di apprendimento e di cambiamento, che sostiene le persone che hanno già le risorse per imparare o cambiare e fornisce loro gli strumenti e le strategie; il secondo è un esperto di una materia (es. contabilità, sicurezza, vendita, lingue, ecc.) e la insegna (a livello nozionistico e pratico).

Quali sono i migliori ? Dipende ovviamente dal vostro obiettivo.
Quel che è certo è che mentre i primi sono in grado di guidarvi nel processo di cambiamento auspicato, anche senza essere necessariamente esperti dei contenuti della vostra attività (lì gli esperti siete voi), i secondi possono essere validi supporti in termini contenutistici e operativi ma non avere la minima competenza su come muovere le leve indispensabili affinché il cambiamento si attui e, cosa ben più importante, si mantenga e si consolidi nel tempo.

Quindi se il vostro obiettivo è cambiare vi serve il supporto dei primi, se è imparare nozioni o tecniche sono più indicati i secondi.

Come si fa quindi a riconoscere le differenze e ad avere garanzie di competenza?
Si può partire da una vecchia e sana abitudine che è quella di richiedere il curriculum, per verificare le biografie formative e lavorative dei Professionisti.
Si possono richiedere i titoli necessari per svolgere determinati ruoli (diplomi riconosciuti dal Ministero o da Enti autorizzati); verificare le iscrizioni alle Associazioni di categoria.
Si possono, infine, fare dei test, ovvero dei piccoli progetti mirati a testare sul campo le competenze dichiarate e valutarne i risultati.

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